mercoledì 1 febbraio 2012

Roma nel cinquecento



Roma nel Rinascimento: una città di immigrati



La città di Roma è sempre stata caratterizzata da una folta presenza straniera, 
ma questa si accresce notevolmente dopo l’esilio avignonese (1308-1377)


 Tra la 
fine del Trecento e gli inizi del Cinquecento la città raddoppia la sua popolazione 
proprio per l’insediamento d’immigrati


 Alcuni cronisti quattrocenteschi 
prospettano addirittura “una città di stranieri”



 ma la Descriptio Urbis del 1527, il 
primo “censimento” romano, suggerisce che si tratti di un’esagerazione: i romani 
dovrebbero infatti essere stati il 68% della popolazione e i non italiani circa il 
7,3%4
 In ogni caso il dato è stupefacente perché non lontano dalle percentuali 
odierne.
L’incremento immigratorio dei non italiani è dovuto al ritorno dei pontefici 
e al conseguente rilancio dell’economia urbana: la Curia a Roma sollecita i traffico

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