martedì 20 marzo 2012

I protagonisti Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach


Johann Sebastian Bach (Eisenach, Turingia 1685 - Lipsia 1750), compositore tedesco di epoca barocca, nacque da una famiglia che in sette generazioni produsse più di cinquanta musicisti  illustri, da Veit Bach a Wilhelm Friedrich Ernst Bach. 
Johann Sebastian ricevette la prima educazione musicale dal padre, Johann Ambrosius. Rimasto orfano, andò a vivere e a studiare presso il fratello maggiore, Johann Christoph, organista a Ohrdruf.
 

 Nel 1700 Bach cominciò a guadagnarsi da vivere cantando nel coro della chiesa di San Michele a Lüneburg. Nel 1703 entrò a far parte come violinista dell’orchestra da camera del principe Johann Ernst a Weimar; quello stesso anno si trasferì ad Arnstadt, dove divenne organista di chiesa.  ell’ottobre del 1705 ottenne un mese di licenza per studiare con il celebre organista e compositore Dietrich Buxtehude.

Nel 1707 sposò una cugina di secondo grado, Maria Barbara Bach, e si trasferì a Mülhausen come organista della chiesa di San Biagio. Tornò a Weimar l’anno seguente occupando il posto di organista e violinista alla corte ducale di Wilhelm Ernst e vi rimase per i successivi nove anni, assumendo nel 1714 l’incarico di direttore dell’orchestra di corte. La moglie morì nel 1720 e l’anno seguente egli sposò Anna Magdalena Wilcken, valente cantante e figlia di un musicista di corte.
Nel 1723 Bach si trasferì a Lipsia, dove trascorse il resto della sua vita. Il suo ruolo di direttore musicale e maestro del coro della chiesa e della scuola della Thomaskirche  era per molti versi insoddisfacente, a causa dei continui scontri con le autorità cittadine che non apprezzavano il suo genio musicale.
Nell’ultimo anno della sua vita, Bach, divenuto quasi cieco, si sottopose a una operazione chirurgica gli occhi, purtroppo senza esito: morì a Lipsia, per un colpo apoplettico, il 28 luglio 1750.
Negli anni che seguirono la sua morte, Bach fu ricordato più come virtuoso di organo e di clavicembalo che come compositore. Le sue frequenti tournée gli avevano assicurato la fama di massimo organista dell’epoca, ma la forma contrappuntistica delle sue composizioni suonava datata alle orecchie dei contemporanei, le cui preferenze in generale andavano all’emergente stile preclassico, più omofonico nella struttura. Il risultato fu che nel corso dei seguenti ottant’anni la sua musica fu pressoché ignorata dal pubblico.
Tra i compositori, tuttavia, vi fu chi la ammirò: per esempio musicisti come Mozart e Beethoven. Il risveglio dell’interesse per la musica bachiana iniziò alla metà dell’Ottocento. Nel 1829 il compositore tedesco Felix Mendelssohn-Bartholdy organizzò un’esecuzione della Passione secondo Matteo che molto contribuì a richiamare l’attenzione del pubblico su Bach.  La Bach Gesellschaft, società bachiana istituita nel 1850, si dedicò poi assiduamente al reperimento, alla cura, alla pubblicazione e allo studio delle sue opere.
Bach era capace di cogliere e utilizzare ogni risorsa del linguaggio musicale disponibile nell’epoca in cui visse. Sapeva combinare in una sola composizione la configurazione ritmica di una danza francese, la levità della melodia italiana e la complessità del contrappunto tedesco.  Era in grado di scrivere per la voce come per i vari strumenti, in modo da mettere in risalto le specifiche proprietà costruttive e timbriche di ciascuna parte. Inoltre, quando alla musica era associato un testo, ciò che componeva era l’equivalente musicale di quanto veniva espresso verbalmente: una melodia ondeggiante poteva rappresentare il mare, un canone raffigurare l’adesione dei fedeli agli insegnamenti del Cristo. 
La maestria nel valutare e sfruttare i mezzi, gli stili e i generi del suo tempo gli permetteva di ottenere straordinarie trasposizioni di linguaggio: era in grado, per esempio, di trasformare una composizione italiana d’assieme, come un concerto per violino, in un convincente pezzo per un singolo strumento, come il clavicembalo.  Ideando intricate linee melodiche, sapeva trasferire la complessa tessitura di una fuga a più voci a uno strumento tipicamente monodico come il violino o il violoncello. I ritmi dialogici e la distribuzione delle tessiture, tipici dei recitativi operistici, si possono trovare in alcune delle sue composizioni per clavicembalo o per organo.
La facilità tecnica non era ovviamente la sola fonte della grandezza di Bach: è l’espressività della sua musica, in particolare quale si manifesta nelle opere vocali, ciò che comunica la sua umanità e che commuove gli ascoltatori di tutto il mondo.

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