sabato 22 settembre 2012

Recetativo e aria

                                                              Recetativo a aria


Il fenomeno del virtuosismo porta sul piano musicale alla divisione sempre più marcata tra il momento narrativo affidato al recitativo, in cui si svolge l'azione del dramma e in cui è necessario far capire al pubblico le parole cantate, e il momento di pura espressione dei sentimenti, affidato all'aria, luogo privilegiato del belcanto, in cui il virtuoso fa sfoggio di tutte le sue abilità, mettendo in secondo piano la comprensibilità del testo. Distinzione questa che accompagna il melodramma fino ai primi decenni dell'Ottocento.
Ma il virtuoso della voce è anche un divo capriccioso: se un brano non gli piace, può imporre al compositore di cambiarlo oppure di sostituirlo con un altro a lui più congeniale, anche se non ha alcun legame con quanto avviene sulla scena.
Nascono così le arie di baule, che costituiscono il bagaglio di pezzi forti, di successo garantito, che ciascun cantante si porta appresso-nel baule appunto -girando da un teatro all'altro.

Il virtuoso canto di canto

Il virtuoso canto di cantouso



Il virtuosismo è un atteggiamento musicale che si diffonde nella prima metà dell'Ottocento in seguito all'affermarsi della borghesia: quando l'aristocrazia cominciò a perdere importanza, i musicisti che avevano un lavoro fisso presso di loro diventarono liberi professionisti che, per avere successo, cercavano di stupire il pubblico con esecuzioni che richiedevano grandi doti tecniche.
La personalità del "virtuoso" è riconoscibile fin dall'infanzia, grazie a una facilità di esecuzione fuori dal comune spesso associata a una spontanea vena creativa. Non a caso, contesti virtuosistici sono spesso avvicinati ad ambiti nei quali la componente improvvisativa ha un ruolo dominante, quali il canto lirico o il jazz.La pratica del virtuosismo ha innervato interi periodi della storia della musica: basti pensare al secolo d'oro della tradizione belcantistica italiana, passando per il concertismo pianistico di epoca Biedermeier, sino ad arrivare alle sfrenate jam-session jazzistiche dei primi decenni del XX secolo. Attualmente, nel panorama della musica popolare, i generi in cui maggiormente è rimasto in vita lo spirito del virtuosismo sono la fusion e alcune derivazioni del metal.

IL melodramma

                             
                                                          Il melodramma: le ragioni di un successo



Melodramma (dal greco μέλος = canto o musica + δρᾶμα = azione scenica) è sinonimo di opera.
Il termine è talvolta utilizzato anche per indicare il libretto di un'opera (ad esempio, ci si riferisce comunemente ai libretti di Pietro Metastasio usando la parola "melodrammi"), interpretando l'etimologia come dramma per canto anziché come abbinamento di canto e azione.






Cinema
Per estensione, nel cinema per melodramma (o mélo) si intende un film a tinte forti, basato su una trama romanzesca, ricca di colpi di scena e al limite dell'inverosimile, scopertamente mirata a commuovere lo spettatore. I personaggi sono tratteggiati in modo netto e sono quasi sempre suddivisi in modo manicheo tra buoni e cattivi. Un esempio classico di cinema melodrammatico è il cosiddetto "neorealismo d'appendice", in particolare quello realizzato da Raffaello Matarazzo, come la trilogia con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson Catene, I figli di nessuno, Torna!.
Uno dei maggiori esponenti del mélo è Douglas Sirk. Il genere si evolve con Rainer Werner Fassbinder. Sintesi principale tra il "maestro" Sirk e l'allievo Fassbinder è la pellicola La paura mangia l'anima (Angst essen Seele auf - 1974), punto di unione e allo stesso tempo di rottura con lo schema classico americano.
Dalla rottura dello schema americano perpetrato da Fassbinder, deriva l'opera di Pedro Almodóvar. Nel regista spagnolo si parla addirittura di un genere trasversale definito da alcuni critici, "almododrama". I film di Almodóvar irridono le regole classiche alla Sirk, stravolgendo e ribaltando il tema dell'amore uomo-donna, ampliandolo a gay, lesbiche, transessuali. In questo modo le dinamiche narrative, le schermaglie sentimentali, i fini sociali assumono spesso tratti parossistici, creando la de-generazione di un genere tradizionale.









giovedì 20 settembre 2012

Teatro delle meraviglie

                                                                 Teatro delle meraviglie

E' il 1813: il sipario si chiude dul finale dell'italiana in Algeri di Giocchino Rossini e il pubblico veneziano che assista alla prima rappresentazione dell'opera ne decreda il tronfo.
Per il giovane compositore italiano è l'inizio di una folgorante carriera: l'intreccio di questo drama giocoso è davvero appassionante, non parliamo poi delle scenografie, delle luci e dei costumi.
Magnificienza e ricchezza si dispiegano sul palcoscenico, sia per la qualità dei coristi sia per la grandiosità delle scenografie e i numerosi cabiamenti discena: mari in burrasca battuti dal vento;vascelli che affondano tra fiumi e nebbie; un cammello veo che attraversa la scena e altre ambientazioni esotiche colpiscono la fantasia dello spettatore.
E poi i cantanti, che voci straordinarie! Che interminabili gongherggi! Che intrecci di voci nei finali di ciascun atto!

Il teatro dell'Ottocento

Il teatro dell'Ottocento


 .Il teatro europeo all'inizio dell'Ottocento fu dominato dal dramma romantico. Gli ideali romantici vennero esaltati in modo particolare in Germania. Nel romanticismo si situano Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich Schiller, che videro nell'arte la via migliore per ridare dignità all'uomo. Degli ideali romantici e neoclassici si nutrirono molte tragedie di soggetto storico o mitologico. Al romanticismo teatrale fecero riferimento anche gli autori italiani come Alessandro Manzoni con tragedie come l'Adelchi e Il Conte di Carmagnola, oltre a Silvio Pellico con la tragedia Francesca da Rimini , ambientazioni analoghe tornarono anche nel melodramma. Molto importante fu anche il teatro romantico inglese fra i maggiori rappresentanti ci furono Percy Bysshe Shelley, John Keats e Lord Byron. Ma è anche il secolo degli anticonformisti sia a livello artistico sia nella giustizia sociale, ben rappresentati dal society drama portato in scena da O scar Wilde e degli innovatori come Georg Büchner che precorsero il dramma novecentesco. In Inghilterra, in Francia ed in Italia, in concomitanza con la nascita del naturalismo e del verismo (perenne ricerca della realtà in maniera oggettiva), intorno alla metà del secolo le grandi tragedie cedettero il posto al dramma borghese, caratterizzato da temi domestici, intreccio ben costruito e abile uso degli espedienti drammatici. Il maggiore esponente del teatro naturalista fu Victor Hugo e del teatro verista Giovanni Verga, nell'America Latina Florencio Sánchez seguì la loro scuola e si misenin evidenza.