mercoledì 28 marzo 2012

Mozart e Beethoven

                                                         Mozart e Beethoven: due musicisti "fuori ruolo"

Haydn è l'ultimo compositore del Settecento che accetta e vive con serenità la figura del musicista dipendente. Anche Mozart, come Beethoven, aspira a un posto di Kapellmeister. Mozart ottiene l'assunzione alla corte dell'arcivescovo di Salisburgo, ma lascia il posto dopo poco tempo, seccato di essere trattato come gli altri servitori, di dover mangiare alla loro stessa mensa e di non avere sufficiente autonomia creativa.Beethoven invece non riuscirà mai a  ottenere l'incarico di Kappelmeister. In un'epoca in cui la stragrande maggioranza dei musicisti è uno stipendiato fisso, essi rappresentano dunque due casi anomali. Mozart si lancia nella libera professione, dando lezioni, scrivendo su richieste occasionali, organizzando personalmente i suoi concerti e componendo per il teatro:lavorando, come egli stesso racconta al padre, dalle sei di mattina all'una di notte.

Lo sviluppo dell'orchestra

                                                          Lo sviluppo dell'orchestra

All'inizio del Settecento, nella maggior parte delle corti europee, le orchestre sono formate da una ventina di elementi; trombe e tamburi, se necessario, vengono presi delle fila degli eserciti. Tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento invece l'orchestra può contare su 40 elementi stabili e anche trombe e percussioni ne sono divenuti parti integranti. Ampliata nelle sezioni degli archi e dei fiati, che acquistano un rilievo del tutto nuovo, l'orchestra si avvale di nuovi strumenti come il clarinetto e dell'uso regolare dei timpani. Così ingrandita l'orchestra classica dispone di una strabiliante tavolozza di colori, sonorità, dinamiche e ogni sezione strumentale a una sua propria funzione timbrica e strutturale. Tutti questi elementi decretano il successo della sinfonia, il nuovo genere musicale che domina i repertori di quest'epoca e che giunge a rivaleggiare con l'opera, la grande regina del Settecento.

giovedì 22 marzo 2012

Il palazzo aristocratico

                                                  Il palazzo acristocatico

Durante la seconda metà del settecento i luoghi di incontro della nobiltà erano i palazzi aristocratici dove i nobili si ritrovavano per rafforzare e ampliare i propri legami socialie politici.
Colte e raffinate padrone di casa avevano il compito di intrattenere gli ospiti,di offrire loro motivi di conversazione e di svago, gli uomini giocavano a biliardo o a carte,le donne ricamavano o ascoltavano la lettura dell'Enciclopedia che diffondeva le nuove idee dell'Illuminismo.
La musica veniva eseguita da piccole formazioni strumentali composte in genere da fiati o archi.Il quartetto d 'archi  è la formazione che gode in questo periodo un successo senza pari.
Le famiglie di un rango più elevato dispongono addirittura di un 'orchestra stabile e di un sovrintendente dell'attività musicale ,il MAESTRO DI CAPPELLA a cui spettava il compito di dirigere qualsiasi tipo di musica richiesta.

                               

 

I protagonisti

                                                                       Antonio Vivaldi

Antonio Lucio Vivaldi (4 MARZO 1678 - 28 luglio 1741), soprannominato il Prete Rosso ("Il Prete Rosso") a causa dei suoi capelli rossi, è stato un compositore barocco italiano, sacerdote, e violinista virtuoso, nato a Venezia. Vivaldi è riconosciuto come uno dei più grandi compositori barocchi, e la sua influenza durante la sua vita era molto diffusa in Europa. Vivaldi è conosciuta principalmente per la composizione di concerti strumentali, in particolare per il violino, così come sacri corali e più di 40 opere. La sua opera più nota è una serie di concerti per violino conosciuti come Le quattro stagioni.


Molte delle sue composizioni sono state scritte per l'ensemble musicale femminile del Ospedale della Pietà, una casa per bambini abbandonati in cui Vivaldi lavorato 1703-1715 e 1723-1740. Vivaldi ha avuto un certo successo con allestimenti delle sue opere a Venezia, Mantova e Vienna. Dopo l'incontro con l'imperatore Carlo VI, Vivaldi si trasferì a Vienna sperando preferment. L'Imperatore è morto subito dopo l'arrivo di Vivaldi, e il compositore morì povero, senza una fonte costante di reddito.
Anche se la musica di Vivaldi è stato ben accolto durante la sua vita, in seguito declinato in popolarità fino alla sua vigorosa ripresa nella prima metà del 20 ° secolo. Oggi, Vivaldi ranghi tra i compositori più popolari e diffusi registrati barocche.

martedì 20 marzo 2012

I protagonisti GeorgFriedrich Haendel

                                                                 Georg Friedrich Haendel


Nacque il 23 febbraio 1685 ad Halle, nella regione tedesca della Sassonia, da una famiglia borghese. Mostrò da subito una fortissima passione per la musica, trovando un serio ostacolo nel padre che voleva farne un uomo di legge; si iscrisse perciò alla facoltà di diritto dell'Università di Halle, che abbandonò ben presto.
Cominciò quindi a viaggiare ed arrivò ad Amburgo, unica città tedesca che, all'epoca, potesse vantare un teatro dell'opera indipendente da corti o signorotti. Qui il giovane scrisse le prime opere (non pervenuteci) e conobbe il compositore e storico musicale Johann Mattheson, che lo iniziò al melodramma.
Contemporaneo di Bach, che visse prevalentemente nei piccoli borghi della Turingia, Händel conobbe invece i maggiori centri europei e le loro corti, dove elaborò stilemi propri che tennero sempre conto delle peculiari caratteristiche timbriche prodotte dalla musica del primo Settecento (il solenne fugato sassone da Buxtehude, la sonata da camera e da chiesa da Corelli, l'aria col da capo da Alessandro Scarlatti, l'ouverture francese da Lully, l'immediata cantabile melodia delle canzoni da Purcell).

I protagonisti Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach


Johann Sebastian Bach (Eisenach, Turingia 1685 - Lipsia 1750), compositore tedesco di epoca barocca, nacque da una famiglia che in sette generazioni produsse più di cinquanta musicisti  illustri, da Veit Bach a Wilhelm Friedrich Ernst Bach. 
Johann Sebastian ricevette la prima educazione musicale dal padre, Johann Ambrosius. Rimasto orfano, andò a vivere e a studiare presso il fratello maggiore, Johann Christoph, organista a Ohrdruf.
 

 Nel 1700 Bach cominciò a guadagnarsi da vivere cantando nel coro della chiesa di San Michele a Lüneburg. Nel 1703 entrò a far parte come violinista dell’orchestra da camera del principe Johann Ernst a Weimar; quello stesso anno si trasferì ad Arnstadt, dove divenne organista di chiesa.  ell’ottobre del 1705 ottenne un mese di licenza per studiare con il celebre organista e compositore Dietrich Buxtehude.

Musica pubblica e musica privata

                                                                Musica pubblica e musica privata


La corte barocca consolida la funzione celebrativa e pubblica della musica. Per far fronte alle molteplici occasioni in cui è previsto l'addobbo sonoro della musica il Re Sole ha addirittura al proprio servizio 200 musicisi, tra i quali il celebre gruppo dei 24 violini del re, che costituiscono la prima orchestra d'archi stabile in tutta Europa.


Tuttavia la vita musicale di una reggia non è fatta solo di celebrazioni ufficiali. Esistono anche momenti più intimi accompagnati dalla presenza della musica. Per esempio durante la toilette mattutina del re, quando un complesso musicale suona; oppure durante il pranzo, l'ora del tè o del gioco di carte, la cena e altri piccoli intrattenimenti, privi di carattere ufficiale. Non va poi dimenticata la prassi, ormai stabilmente diffusa, del far musica per dialetto. Di queste diverse funzioni si trova traccia in un repertorio il cui stile è totalmente opposto a quello solennee grandioso della musica pubblica. Lo stiledella musicista privata è meno appariscente, più colto e raffinato, orientato perciò all'ascolto attento e consapevole di un pubblico maggiormente competente.

Lo stile barocco

                                                                         Lo stile barocco

Lo stile barocco fiorì a Roma all'inizio del 1600 e si diffuse in varia misura in tutta Europa fino al XVIII secolo. I papi, i Peter Paul Rubens - Il rapimento delle figlie di Leucippo maggiori committenti dell'epoca, utilizzarono l’arte barocca per autocelebrarsi, ma anche per glorificare Dio e diffondere i dogmi della Controriforma. In Francia, alla corte del Re Sole, l'arte barocca, è invece alla base del potere centralizzato di Luigi XIV e idealizza con fasto, un'autorità che si definisce assoluta e di diritto divino. Barocco è dunque il periodo storico-culturale successivo alla Controriforma, caratterizzato da un'arte affollata di virtuosismi e programmaticamente disancorata dai canoni rinascimentali, spesso, ma a torto, ritenuta povera di contenuto spirituale. Oggi il termine Barocco è spesso sinonimo di ampolloso e comunque di dubbio gusto. L'origine del termine è ancora incerta, ma alcuni sostengono che derivi dal portoghese “barroco” che viene usato per definire una perla irregolare. Il termine tuttavia è stato coniato in un periodo successivo e sicuramente viene usato per la prima volta in forma scritta dallo scrittore Francesco Milizia intorno al 1760, quando i fuochi della festa barocca si erano spenti in tutta Europa. Le opere barocche sono comunque
 generalmente caratterizzate da una teatrale esuberanza e dalla ricerca di un coinvolgimento emotivo dell'osservatore. Nella pittura religiosa barocca si vedono spesso madonne e santi in un turbinio di vesti fluttuanti e nuvole vaporose da cui sbucano cherubini. Altrettanto popolari erano i temi mitologici, anch'essi trattati in forme esasperate. Il pittore fiammingo Peter Paul Rubens (1577-1640) rappresenta senz'altro l'artista che diede il maggior contributo alla definizione di una pittura di stile barocco, non tutti gli artisti di questo periodo eccedono nel virtuosismo, primo fra tutti Caravaggio con il suo drammatico realismo.

La festa barocca

                                                                     La festa barocca

Molte celebrazioni della Roma barocca nascono da una commistione di antiche ritualità classiche pagane con elementi cristiani: ne è un esempio il corteo per la cerimonia della Presa del Possesso del nuovo pontefice, il quale compie lo stesso tragitto degli imperatori trionfanti e vittoriosi. Attraversa la città da San Pietro a San Giovanni in Laterano fermandosi sul Campidoglio per ricevere il tributo dei senatori, con la consegna delle chiavi; il corteo culmina nella magnifica piazza michelangiolesca, perfetto palcoscenico sopraelevato e aperto su un lato, talvolta sormontato da un arco ligneo montato all'uopo.

 


Nei primi decenni del Seicento il percorso viene mutato e, pur mantenendo le sue tappe simboliche e tradizionali, viene a concludersi in Piazza Navona, più ampia ed adatta ad ospitare le folle, i tornei e le giostre. La piazza, che alla fine del'500 appariva come uno sterrato ovaleggiante, viene trasformata in uno dei simboli stessi della romanità dalla Fontana dei Fiumi di Gian Lorenzo Bernini e dalla facciata della Chiesa di Santa Cecilia di Francesco Borromini. Vicende mitiche e personaggi olimpici fanno così da sontuoso sfondo alla celebrazione del trionfo papale, in un tutt'uno armonico e apollineo.

La Reggia nell'epoca barocca

                                               La Reggia


La reggia, il palazzo presso il quale risiedeva il sovrano con la sua corte, subì in epoca barocca notevoli innovazioni. Dallo stile severo e compassato del primo Seicento si passò all'impiego di un ordine gigante.


Ma è con la nascita della reggia di Versailles che i palazzi reali di tutta Europa subirono la trasformazione più grande: Versailles introdusse alcune innovazioni nell'impianto planimetrico che si imposero in tutte le altre regge europee. Ma non solo: con l'avvento di Versailles, le regge cominciarono a sorgere in piena campagna, lontano dalle capitali, su colline artificiosamente create; capricci in pietra di potenti sovrani che ancora oggi offrono la loro assurda magnificenza agli sguardi stupefatti.

venerdì 16 marzo 2012

I protagonisti della corte

                                                                  Luca Maranzio

Luca Marenzio ricevé i primi insegnamenti musicali da Giovanni Contino, maestro della cattedrale di Brescia.
Divenne a sua volta maestro di cappella, prima del cardinale Cristoforo Marduzzo, poi, dopo la morte di questi nel 1578, del cardinale Luigi d'Este, dove rimase sino al 1586, 1anno della morte di Luigi. All'inizio del suo servizio presso la famiglia d'Este, Marenzio era noto principalmente come eccellente cantore e liutista, sebbene avesse già pubblicato un madrigale; fu a partire da quel periodo che acquisì fama anche come compositore, pubblicando molti libri di madrigali che ebbero numerose ristampe, diffuse in Italia e all'estero.
A Firenze fu al servizio di Ferdinando I de' Medici per circa due anni; tornato a Roma nel 1589, fu maestro di cappella del cardinale Aldobrandini e in seguito ebbe lo stesso incarico presso la famiglia Orsini.
Tra il 1596 e il 1598 fu al servizio come maestro di cappella di Sigismondo III a Varsavia e a Cracovia, suggellando così il suo successo a livello europeo.
Tornato in Italia dall'ottobre del 1598, forse in condizioni di salute non buone anche a causa del clima polacco, morì a Roma nel 1599, ad appena 46 anni. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo in Lucina.

mercoledì 14 marzo 2012

Il Madrigale

 Il Madrigale
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          
  Durante il Rinascimento l'esercizio delle buone maniere e l'abilità nel destreggiarsi in tutti i campi del sapere caratterizzano i comportamenti della nobiltà. E la musica è l'ambito prediletto cui dedicare ore di intrattenimento e studio, di piacere e riflession. Per tutto il Cinquecento "far musica" diventa un vero e proprio gioco di società nel quale principi, dame e gentiluomi esprimono la propria abilità e cultura.



mercoledì 7 marzo 2012

la Corte nel rinascimento

La Corte


La vita politica, sociale e culturale del Rinascimento si espresse anche attraverso una
particolare istituzione, la corte. Il fenomeno non era del tutto nuovo, ma in questo
periodo esso assunse dimensioni e qualità peculiari, che lo designano appunto come
una caratteristica specifica dell’Europa rinascimentale.





La corte era una istituzione mobile: coincideva infatti con il luogo dove risiedeva il
principe, ma i principi rinascimentali (tranne quello che governavano Stati di piccole
dimensioni) si spostavano molto spesso, per controllare meglio i loro territori, per offrire la visione della propria persona a un maggior numero di sudditi o più semplicemente per ragioni di piacere, alternando per esempio residenze estive e residenze  invernali.